“L’Addio, Monti” di Michele Masneri

Le dimensioni non contano, rassegna di narrativa indipendente
Rapsodia del radical chic. Sabato 1° marzo, ore 19. Ubik di Foggia: l’esordio dell’anno di minimum fax
Il primo incontro di una rassegna di narrativa indipendente fatta con i lettori

Una piccola Grande Bellezza. O una grande Piccola Bellezza. O, semplicemente, un esordio eccellente. È quello di Michele Masneri: il suo Addio, Monti (minimum fax) è un romanzo che guarda dritto in faccia all’Italia radical chic (e non solo a quella) e che, alla fine, rende tutti più intelligenti (e divertiti dalla stessa decadenza). Sabato 1° marzo, alle ore 19, l’autore (“bresciano de Roma”) presenta il suo libro nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, aprendo ufficialmente una nuova rassegna interamente “fatta” con i lettori. Si tratta di QuINDI – Le dimensioni non contano, kermesse letteraria di narrativa indipendente concentrata in quattro appuntamenti tra marzo e aprile, tutta dedicata alla piccola e media editoria di qualità. Minimum fax, LiberAria, Transeuropa e Marcos y Marcos: quattro realtà di rilievo della narrativa italiana, da anni impegnate a scovare talenti e a provocare i lettori. A conversare con Michele Masneri, oltre al libraio Salvatore D’Alessio (curatore della rassegna), anche alcuni membri del GQ, ossia quei lettori che hanno dato vita al Gruppo QuINDI (sempre aperto ad accogliere lettori interessati).

Addio, Monti (minimum fax, gennaio 2014; collana Nichel; 14 euro; 167 pagine). Un escort che è anche ghost writer. Un immobiliarista che sfrutta il mito di Pasolini per gonfiare le quotazioni delle periferie romane. Un importante economista condannato a fare sempre e solo marchette. E poi ereditiere dell’Olgiata, signore di Cortina d’Ampezzo, conduttori televisivi che crollano e risorgono. Sono questi i protagonisti di un romanzo che, avendo come crocevia il rione Monti di Roma (un tempo covo di prostitute e di briganti, oggi zona in della città), racconta le vicende di un gruppo di radical chic al tempo della crisi. Tra attacchi di panico, sedute di pilates, finti loft, spritz, amori non corrisposti, e molte ansie da salto sociale. Un viaggio nell’Italia che siamo diventati, dove la vecchia arte di arrangiarsi si nasconde tra i festival letterari e lo slow food, e la patina del buon gusto dissimula a malapena gli appetiti di chi il potere lo gestisce e dei tanti che lo sognano. Una satira dei nostri tempi firmata da un esordiente il cui talento è grande quanto il coraggio di raccontare un mondo in cui tutti siamo immersi fino al collo.

LA RASSEGNA. Dopo Masneri, l’altro appuntamento di marzo è fissato per il 17 con l’autore Alessandro Garigliano. Il suo romanzo si intitola Mia moglie e io, edito da LiberAria, una realtà pugliese, giovanissima e rosa, con editor provenienti dalla scuola Holden di Alessandro Baricco e che sta riscuotendo consensi e critiche positive sulla scena nazionale. Il 1° aprile è la volta di Stefano Amato, giovanissimo libraio (già traduttore di Salinger) che nel 2013 ha vinto il Macchianera Awards come miglior blogger letterario (apprendistalibraio.blogspot.com). Il suo romanzo si intitola Il 49esimo Stato, edito da Transeuropa e consente alla rassegna (e al gruppo) QuINDI di concentrare la propria attenzione sulla Sicilia, protagonista della storia oltre che terra d’origine dell’autore e della casa editrice. Infine, a chiudere la manifestazione, un libro che merita attenzione solo per il suo titolo: Inutile tentare di imprigionare i sogni. L’appuntamento è con Cristiano Cavina, il prossimo 4 aprile, autore della scuderia Marcos y Marcos, storica casa editrice milanese (la stessa del best-seller di Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non aver paura). L’incontro con Cavina sarà la festa di compleanno del Presidio del Libro di Foggia, che spegne la sua prima candelina: un’istituzione che in pochi mesi porta a casa già tanti obiettivi, primo tra tutti avvicinare i ragazzi, e soprattutto gli studenti delle scuole medie e superiori di questa città, ai libri.

Michele Masneri. Nato nel 1974 a Brescia, e poi si è esoticamente trasferito a Roma perché, come sostiene Alberto Arbasino, bisogna vivere nella capitale dello stato di cui si è cittadini. Scrive di economia, società e cultura, sul Foglio, su IL del Sole 24 Ore, su Studio. Per minimum fax ha scritto Addio, Monti (gennaio 2014), il suo esordio in narrativa.

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