LA STRAGE DELLE FOIBE

Ricordare, per un “mai più”. L’uomo è stato l’artefice delle più atroci tragedie, ricordare ciò che è stato non  implica il sol fatto di rimuginare su accaduti irrimediabili, bensì comporta la presa di coscienza che l’uomo è debole in quanto tale e facilmente influenzabile e indottrinabile, allo scopo di riconoscere gli sbagli passati e specialmente la causa di essi, ed evitare che accadano ancora. Per tale motivo il 10 febbraio si è tenuto nella biblioteca un incontro in memoria del massacro delle foibe (Trieste) a cura della prof.ssa Francesca Donatelli.

Durante questi anni lei ha mostrato molto interesse nei riguardi di questo accaduto, perché tiene così tanto al fatto che i ragazzi siano al corrente di ciò che realmente è stata la storia e ciò che essa ha inflitto?

Io ci tengo perché sono una docente e il compito della scuola è quello di formare i ragazzi al senso  di appartenenza, alla criticità, al raggiungimento della verità. Far capire ai ragazzi che la storia non è un fiume che scorre facilmente, la storia è fatta di nodi che solo la passione e il senso critico può sciogliere.

Perché secondo il suo parere è stata una strage taciuta per tanto tempo e tuttora non totalmente chiarita data l’incongruenza fra il numero delle salme ritrovate e gli uomini effettivamente scomparsi?

Come ho avuto modo di dire, ho letto opere delle due rappresentanze, dei due schieramenti; si è taciuta perché il momento politico italiano del dopo guerra non era favorevole ad affrontare questo discorso per il fatto che Tito (Slavo) distaccandosi  da Mosca era diventato un nostro “interlocutore”, e poi in questo un po’ di colpa ce l’ha anche il partito comunista che ha voluto tacere su questo

Io penso che si sia creato molto clamore intorno al giorno della della Shoah, e che si parli molto meno, anzi sono quasi sconosciuti genocidi come quello fra due etnie del Ruanda che conta un milione di morti, o ancora come il genocidio armeno, tuttora incerto sul numero effettivo di vittime il quale oscilla fra 500.000 e 2.000.000 di morti. Perché accade ciò e ci si sofferma su determinati accaduti della storia e si oscurano altri?

È una bella domanda. Si purtroppo è cosi ma il  senso che la scuola dà con il giorno del ricordo o con altre iniziative come quella di oggi è il “mai più” e quindi formare i ragazzi a riconoscere certe dinamiche, perché ogni fatto storico o tragedia storica va analizzata in un contesto a sé stante mai commistioni. Come avete potuto notare in questo contesto ho parlato esclusivamente della tragedia delle foibe non ho mai nominato la Shoah. Tutto ora è affidato a voi giovani, a formarvi all’analisi attenta e critica e a dire “No” a tutto ciò che compromette la libertà di un popolo.

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