… Alberto Mieli, il testimone della shoah: nessuno mai avrà il diritto di toglierci la libertà.

Il giorno 1 dicembre, presso il dipartimento degli Studi umanitari dell’Università di Foggia, c’è stata la cerimonia per il conferimento della laurea honoris causa in Filologia, Letterature e Storia ad Alberto Mieli, uno dei cento sopravvissuti ai campi di sterminio. La proposta di conferirgli la laurea honoris causa partì dagli studenti della Capitanata, gli stessi che lo hanno ascoltato con tanta passione e attenzione. A questo incontro c’erano persone illustre, militari, professori, studenti universitari, della scuole superiori ed elementari, tutti ad applaudirlo per il grande coraggio che ha dimostrato.
Alberto Mieli è un piccolo grande uomo e attraverso i suoi occhi e le sue parole ha cercato di far immaginare quanto fosse grande l’odio che quei soldati tedeschi provavano nei confronti di persone innocenti considerate inferiori, tanto da non essere considerate persone, ma delle bestie, con dei numeri stampati per sempre sulla pelle. Alberto, infatti, nel campo di concentramento non era più Alberto Mieli, un ragazzino che viveva nel quartiere della Garbatella a Roma, era solo il numero 180060.
A soli diciassette anni ha visto il male più atroce, più crudele, un male che nessun ragazzo dovrebbe quanto meno immaginare. Al termine del suo racconto ha voluto donare ai ragazzi cinque messaggi importanti: non portare mai odio, rispettare sempre e per sempre i propri genitori, non dare mai ascolto ai compagni che ci portano sulla cattiva strada, rispettare le idee altrui senza giudicare e, il più importante, nessuno mai avrà il diritto di toglierci la libertà.

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