E’ obbligatorio non morire sul lavoro!

La sicurezza sul lavoro consiste in tutta quella serie di misure di prevenzione e protezione tecniche, organizzative e procedurali, che devono essere adottate dall’impresa da parte di datore di lavoro, dirigenti, preposti e lavoratori.

Quando si parla di sicurezza del lavoro si pensa subito a due aspetti molto importanti: i costi per le imprese e le vittime degli infortuni.

Si dice sempre che la sicurezza è un costo, come lo è un commercialista per esempio, e questo è vero, ma fa parte del bilancio aziendale. Il compito dell’imprenditore è quello di verificare che la spesa sostenuta si traduca effettivamente in un maggiore ordine nel lavoro e in una presa di coscienza dei lavoratori che la salute sia prima di tutto un loro patrimonio oltre che un patrimonio per l’azienda.

Il problema è che in Italia, proprio perché una macchina sicura ha un costo nettamente superiore, non si adottano tutte le forme di prevenzione e sicurezza, finchè non succede un incidente sul lavoro.  Alcune volte questi incidenti però possono essere fatali, tant’è che in Italia annualmente ci sono oltre 1.180 morti e non 790 come ha stabilito l’Inail, in quanto essa considera come morti sul lavoro solo i suoi assicurati, quindi in questa statistica non ci sono i tantissimi lavoratori che muoiono lavorando “in nero“. Bèh, l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, quindi non solo occorre esser capaci di creare posti di lavoro, ma anche fare in modo che questi posti e le persone che li occupano possano resistere nel tempo.

Questa sfida si può affrontare meglio se ognuno di noi:

Per la legge italiana si può dare addirittura un prezzo alla vita di una vittima del lavoro: €2.046,80..Meno del prezzo della bara con la quale tre lavoratori, ogni giorno in Italia, lasciano il proprio luogo di lavoro …!

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