Non tutto ciò che si studia sui banchi di scuola è storia.

Le pagine taciute della Grande Storia sono tante: alcune troppo imbarazzanti per i potenti o troppo scomode per i vincitori e quindi gettate via nel “dimenticatoio” dell’umanità. D’altronde, come si suol dire, “la storia è scritta dai vincitori“.

Land of Mine è una testimonianza di pagina di storia taciuta, una storia inconsueta e interessante, ma ignota ai più.

Danimarca, 1945. La seconda guerra mondiale si è appena conclusa, ma le coste della Danimarca sono ancora pericolose per la presenza di numerose mine nascoste sotto la sabbia. Il compito di disinnescarle spetta ai tedeschi, peccato che vengano scelti proprio i più piccoli e inconsapevoli tra questi. Ragazzi tra i 13 e i 18 anni di “razza” ariana vengono costretti dai sergenti danesi a portare a termine questo ultimo compito prima di tornare (forse?) a casa: disinnescare tutte le mine sulle coste danesi. E non importa se abbiano il viso pallido di un adolescente o il desiderio di rincorrere un pallone piuttosto che la loro morte, devono “guadagnarsi” il tanto atteso ritorno a casa. I quattordici ragazzi tedeschi riusciranno a portare a terminre questa missione? Qualcuno di loro perderà la vita? Perchè la guerra, o meglio l’uomo, è così crudele?

Diretto da Martin Zandvliet, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival 2015 e ispirato a eventi realmente accaduti trattati poveramente nei libri. Il punto di forza di questo film è il “gioco tensivo” che si respira in intere sequenze della storia, le mine sotto la sabbia esploderanno o no? Quanto è difficile disinnescare una mina? Sicuramente questi ragazzi avranno una mano ferma e desiderio di ritornare a casa, ma il loro cuore è ancora giovane e trema di fronte all’orrore di una guerra voluta da altri. Domande e dubbi riguardanti il destino di questi ragazzi sorgono sin dall’inizio e colpi di scena inaspettati donano un tocco di classe al film impregnato di suspence fino al midollo. Il film mostra un volto nuovo della guerra, forse ancora più crudele e innovativo rispetto ai war movie degli anni precedenti, ma lascia spazio all’umanità. Il personaggio più interessante è il signor Sergente: inizialmente capo senza cuore e spietato, ma in seguito uomo generoso e comprensivo, il suo rapporto con Sebastian – uno dei quattordici ragazzi tedeschi – è un rapporto di stima e fiducia paterna, la sua trasformazione è la più commovente e visibile dell’intero film. Un film che merita di essere visto per la sua semplicità, raffinatezza, audacia, realismo e immediatezza del messaggio che vuole comunicare.

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