La mafia è un’organizzazione criminale, che nasce in Sicilia, e si fonda su una articolata rete di complicità, ricatti, delitti e violenze di natura economica. Il fenomeno ha avuto un’origine sociale da parte dei proprietari terrieri siciliani, e dopo l’unificazione dell’Italia nel 1861, ha modificato il suo aspetto, sia sul piano elettorale nel popolo, sia sulle autorità per ottenere guadagni e poteri sempre maggiori. La mafia è diventata sempre più potente negli anni ed ha trovato oltre alla Sicilia, altre zone di azione, seppur con nomi e tipologie diverse, in Calabria la ‘Ndrangheta, in Campania la Camorra, in Puglia Sacra Corona Unita. La malavita vive sul traffico di droga, contrabbando di sigarette e armi, prostituzione, appalti edilizi pubblici e privati, traffico di extracomunitari. La mafia impone la sua “protezione”, e in cambio i commercianti e gli imprenditori devono versare una certa somma alla settimana o mensile. Di conseguenza si genera una lotta tra i vari gruppi mafiosi per assicurarsi i migliori carichi di droga o gli appalti più redditizi; a questo consegue una anche l’aspetto di guerre tra di loro, perché i guadagni sono davvero ingenti, e spesso assistiamo a omicidi sanguinosi per strada come se nulla fosse. La Mafia, spinta da guadagni sempre maggiori ha subito dei cambiamenti rispetto al passato modificando anche quelli che venivano definiti i suoi “codici d’onore “. Infatti, siamo spettatori in tutti i sensi, sia per le varie serie televisive come “Gomorra”, che oggi i mafiosi uccidono senza pietà anche donne e bambini, che prima erano intoccabili, nel loro codice d’onore. Non esistono più zone geografiche specifiche, ma il fenomeno mafioso si è esteso a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale, purtroppo anche nella mia città, Foggia, che è diventata scenario di omicidi e racket, e spesso si trova sulle cronache di giornali e tv per questi motivi. Infatti, recentemente, proprio nella nostra città è stata organizzata una grande marcia contro la criminalità organizzata, che ha avuto un’eco nazionale. La Mafia fa leva proprio sui giovani, soprattutto fra i più poveri e soli per attirarli con guadagni facili e molto redditizi. Una realtà di fronte alla quale, i giovani non devono essere spettatori passivi, ma nuovi promotori della legalità del futuro. Si spera sempre che qualcosa possa cambiare; lo sperano in molti e tutti coloro che spendono volentieri il loro tempo a parlare di legalità ai giovani nelle scuole. Si è soliti identificare i giovani come persone un po’ superficiali, lontane dalla realtà, che vivono nel loro mondo fatto di cellulari e play station, invece siamo proprio noi giovani a trattare temi abbastanza complessi, con i nostri professori, con le nostre famiglie, facciamo domande, partecipiamo alle marce. Le mafie sono silenziose, puntano sull’omertà, sulla complicità, così trattano molti più affari condizionando la vita economico-sociale del nostro paese, grazie alla complicità di imprenditori e liberi professionisti vittime e carnefici come certi politici facilmente corruttibili. Per questi motivi, nella lotta alla criminalità è centrale il tema culturale ed il ruolo delle nuove generazioni e della scuola, dell’informazione continua. “Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. Questa frase pronunciata da Paolo Borsellino racchiude tutta l’importanza e la necessità di informare i giovani studenti delle scuole con percorsi mirati in base al loro grado di istruzione. Sin da piccoli è necessario avvicinarli alla legalità, far sì che questo tema, diventi una consuetudine scolastica e di vita sociale. La più grande nemica della mafia è la conoscenza, la cultura, i mezzi di comunicazione. La scuola, secondo me, è la più forte in questo senso, perché possiede tutti i mezzi e gli strumenti umani e tecnologici per istruire e far capire l’importanza delle regole e della legalità ai giovani, fin dalla scuola materna, e un continuo lavoro in tra docenti, forze dell’Ordine e associazioni di legalità. La scuola insegna il senso civico, il rispetto degli altri, valori che, invece, la mafia vuole distruggere. Legalità significa giustizia, libertà, rispetto, uguaglianza e coraggio. Si deve far capire ai giovani che saranno i futuri capaci di esprimere le proprie opinioni liberamente, avendo il coraggio di non abbassare la testa di fronte alle ingiustizie, alle prepotenze e soprattutto all’illegalità.
CRISTIAN DE FILIPPO
III ^ H BOVIO
PROFESSORESSA VALENTINA AQUILANO
Complimenti, davvero un bell’articolo.