È di qualche giorno fa la notizia del vaccino contro il Covid dell’azienda americana Pfizer.
“Senza dati, non me lo faccio, perché voglio essere rassicurato che è stato testato e soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Come cittadino ne ho diritto, non sono disposto ad accettare scorciatoie.”
Queste sono le parole del direttore di microbiologia e virologia all’Università di Padova, Andrea Crisanti.
Queste parole hanno scatenato una lunga scia di polemica e contro-dichiarazioni.
Risponde Pierluigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Puglia: – “Io mi sono persino offerto per far parte della sperimentazione. Quindi è fuori discussione il fatto che non mi farò il vaccino”. Lopalco, riferendosi alle parole di Crisanti, ha aggiunto che bisognare fare “attenzione alla comunicazione” sul vaccino anti-Covid.
Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, si confessa “esterrefatto” per una dichiarazione che reputa “irresponsabile e intollerabile”.
Secondo Crisanti, invece (che sottolinea di essere “favorevolissimo ai vaccini”) “questi di cui si parla sono stati sviluppati saltando la normale sequenza Fase 1, Fase 2 e Fase 3. Questo è successo perché hanno avuto fondi statali e quindi si sono potuti permettere di fare insieme le tre fasi perché i rischi erano a carico di chi aveva dato i quattrini. Ma facendo le tre fasi in parallelo, uno si porta appresso tutti i problemi delle varie fasi». Ciò non è avvenuto per gli altri vaccini, tra cui quello dell’ebola, del novembre 2019. Evidentemente Crisanti si è fermato all’ebola.
Francesca delli Carri
( Titolo ispirato dal libro CRISTO SI È FERMATO AD EBOLI di Carlo Levi )