La pattuglia esigua ma molto rumorosa dei no-vax e no-green pass sta ricevendo a sorpresa attenzione anche da parte di qualche intellettuale dell’area della sinistra moderata in nome del rispetto che bisogna avere in democrazia verso le minoranze. A mio avviso quest’atteggiamento tollerante confonde 2 situazioni profondamente diverse. In politica il rispetto verso le minoranze fa parte della logica della democrazia, infatti la popolarità di un leader o di un’idea politica non ci dicono molto sul loro effettivo valore ed inoltre la storia insegna che le maggioranze a volte hanno fatto scelte discutibili, basti pensare al consenso avuto in patria da fascismo e nazismo. Nel campo scientifico le cose vanno diversamente, da Galileo in poi la scienza è basata sugli esperimenti e sulla loro analisi statistica, dunque, se la maggioranza degli scienziati propende per un’ipotesi, è perché ci sono numerosissimi esperimenti e verifiche che hanno dato risultati che vanno in una certa direzione. Di contro ipotesi diverse sostenute da ristrette minoranze hanno per forza di cose minori prove a loro favore e dunque sono meno affidabili. Inoltre mentre in democrazia si può provare a sostenere che “uno vale uno” nel campo scientifico è improponibile. I risultati di uno studio pubblicati da un premio Nobel su una rivista scientifica internazionale non hanno la stessa affidabilità di quelli di un illustre sconosciuto pubblicati su un periodico per pochi intimi. Occorre ricordare che per arrivare a scrivere su una rivista internazionale devi aver dato già prova in passato d’essere in grado d’ottenere importanti risultati ed inoltre in ogni caso il tuo lavoro prima di essere ritenuto degno di pubblicazione viene esaminato severamente da altri esperti di pari livello. Dunque non è ragionevole e non ha nulla a che fare con la democrazia dare spazio su questioni così delicate all’imbonitore di turno solo perché ha pubblicato qualcosa da qualche parte magari su una rivista che lui stesso finanzia
Ma il Covid è dentro la scienza oppure no!
