Un videogioco per la scienza

Si chiama Maxwell’s Daemons il videogioco, inventato dai ricercatori dell’Università di Sassari Alberto Maria Pintus, Andrea Gabrieli e Federico Pazzona, tre ragazzi, specializzati in chimica computazionale, che hanno creato una piattaforma nella quale tutti possano vedere in prima persona, tramite un videogioco, ciò che loro vedono da anni in laboratorio.

Il gioco sarà una vera e propria avventura all’interno del mondo microscopico, uno sparatutto con nemici da sconfiggere ed enigmi da risolvere per andare avanti.

“L’idea nasce da ciò che sono le nostre passioni e da quello che vediamo nel nostro lavoro da anni. Visualizzando i risultati delle nostre simulazioni, abbiamo pensato che sarebbe stato bello entrare in questo mondo affascinante – hanno dichiarato i tre ragazzi –. Così, non appena abbiamo trovato un programma che ci permettesse di farlo, ci siamo messi subito al lavoro”.

Il gioco vuol essere anche un modo per avvicinare tante persone alla scienza, con uno sguardo anche alla ricerca in futuro. “Ci piacerebbe creare con Boltzbrain qualcosa che, oltre a proporre contenuti scientifici, possa dar modo di pensare alla scienza in maniera diversa – proseguono i tre -.

Con i programmi attuali è possibile creare ambientazioni digitali per la didattica scientifica, ma anche per vedere alcune cose del micromondo in maniera tutta nuova e inaspettata. Il modo in cui le materie scientifiche vengono insegnate oggi a scuola è davvero respingente, vedere con i propri occhi come sono fatte le molecole tramite esperienza diretta può aiutare i ragazzi ad avvicinarsi alle facoltà scientifiche.

Il nostro obiettivo è che un domani questo possa aiutare anche la ricerca. In più, portando contenuti originali, vogliamo provare a ritagliarci un nostro spazio all’inerno del mondo dei giochi indie, in continua espansione”.

@Cristian de Filippo

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