Un nuovo appuntamento con la rassegna Fuori gli Autori

Quando il desiderio diventa dannazione. Antonella Lattanzi, “Cose che non si raccontano”

Giovedì 11 maggio, ore 18, sala narrativa della Biblioteca di Foggia “La Magna Capitana”

La scrittrice pugliese ritrova i lettori di Capitanata con il nuovo romanzo: forse libro dell’anno

“Questo libro mi ha toccato nel profondo. La letteratura è un’arte magica, e Antonella Lattanzi ha scritto un romanzo che è una benedizione, una maledizione, una catarsi”. Nelle parole di Nicola Lagioia – vincitore del Premio Strega 2015 nonché direttore uscente del Salone del Libro di Torino – tutta la forza di una storia straordinaria, in grado di riguardare tutte le donne. Cose che non si raccontano (Einaudi, 2023) è forse il romanzo dell’anno: in questo libro il desiderio più naturale del mondo si trasforma in qualcosa di inimmaginabile. Giovedì 11 maggio, alle ore 18, Antonella Lattanzi ritrova il pubblico di Capitanata nella sala narrativa della Biblioteca di Foggia, ospite di punta della rassegna Fuori gli Autori, a cura di Ubik e de La Magna Capitana. A conversare con la scrittrice pugliese – già protagonista in libreria nel 2017 – sarà la docente Carla Bonfitto, del blog Pagine d’Autore.

Cose che non si raccontano (Einaudi, 2023). Non è mai il momento giusto per fare un figlio. Prima vogliamo vivere, viaggiare, lavorare. Antonella vuole diventare una scrittrice: la sua è un’ambizione assoluta, senza scampo. Per questo a vent’anni, per due volte, interrompe volontariamente la gravidanza. Quando anni dopo si sente invece pronta, con un compagno a fianco, è il suo fisico a non esserlo. E cosí inizia l’iter brutale dell’ostinazione, dell’ossessione, della medicalizzazione. Certi supplizi, le aspirazioni inconfessate, la felicità effimera e spavalda, la sofferenza e la collera. Si direbbe una storia già scritta, ma qui non c’è nulla di consueto: è come raccontare da dentro una valanga, con la capacità incredibile, rotolando, di guardarsi e non crederci, e sfidarsi, condannarsi, sorridersi per farsi coraggio. In un crescendo di indicibile potenza narrativa, Antonella Lattanzi descrive (sulla sua pelle) la forza inesorabile di un desiderio che non si ferma davanti a niente, ma anche i sensi di colpa, l’insensibilità di alcuni medici, l’amicizia che sa sostenere i silenzi e le confidenze piú atroci, il rapporto di coppia sempre sul punto di andare in frantumi, la rabbia ferocissima verso il mondo (e le donne incinte). Tenendo il lettore stretto accanto a sé, incollato alla pagina, con un uso magistrale del montaggio, capace di creare una suspense da thriller. La cosa strabiliante è che pur raccontando una storia eccezionale, e cruda, questo romanzo riesce in realtà a parlare in modo vero, e profondamente attuale, di tutte le donne – madri e non madri – che in un punto diverso della loro vita si sono chieste: desidero un figlio? qual è il momento giusto? dovrò rinunciare a me stessa, alle mie ambizioni? E perché tutte restano incinte e io no? «Ho una diga nella testa dove stanno nascoste tutte le cose che fanno davvero troppo male. Quelle cose, io non voglio dirle a nessuno. Io non voglio pensarle, quelle cose. Io voglio che non siano mai esistite. E se non le dico non esistono».

Antonella Lattanzi. Nata a Bari nel 1979, vive a Roma. È scrittrice e sceneggiatrice. Ha pubblicato i romanzi Devozione (Einaudi 2010 e 2023), Prima che tu mi tradisca (Einaudi 2013), Una storia nera (Mondadori 2017) e Questo giorno che incombe (HarperCollins Italia 2021), Cose che non si raccontano (Einaudi 2023). Per il cinema ha scritto, tra le altre, le sceneggiature di Fiore di Claudio Giovannesi, Il campione e Una storia nera (tratto dal suo romanzo omonimo) di Leonardo D’Agostini. Collabora con il «Corriere della Sera». È tradotta in diverse lingue.

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