L’alunno Gianluca Mirizzi della scuola media “Foscolo – Gabelli” di Foggia si aggiudica il premio del mese di novembre. Ecco il suo articolo

G: Cari lettori,
oggi vogliamo dare la parola ad una cooperante, che sta lavorando duramente per portare soccorso ai bambini coinvolti nel conflitto bellico. Grazie per essere qui con noi. Potrebbe raccontarci cosa l’ha spinta a diventare una cooperante?
C: Buongiorno, grazie a lei. Sono diventata cooperante per aiutare gli altri, in particolare i bambini. Nessun bambino dovrebbe soffrire! In questi anni, dopo aver visto il dolore inocchi così giovani, ho deciso che avrei fatto tutto il possibile per aiutarli.
G: È davvero straordinario quello che fa. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità più di 4000bambini sono morti e più di 1500sono sepolti sotto le macerie. Può raccontarci cosa sta vivendo in prima persona?
C: Attualmente opero in una delle zone colpite da questo conflitto atroce. Sono tanti i bambini dispersi. Molti purtroppo sono intrappolati sotto le macerie. Qualche giorno fa ho incontrato una bambina, che ha perso i genitori, i suoi giocattoli ed effetti personali nei bombardamenti. Ha condiviso con me il suo sogno:
diventare una dottoressa.
1 Novembre 2023 n. 10
I bambini non causano o iniziano le guerre, ma è innegabile che ne siano le vittime più vulnerabili. Ecco l’intervista di una cooperante, che ha raggiunto Gaza
subito dopo l’inizio del conflitto. Ai nostri microfoni ha detto: “Avvengono violazioni quotidiane: è necessario raccontarle”.
Nonostante sia sola e molto spaventata, ha mostrato molto coraggio. Sono tante le storie chepotrei raccontare! Queste storie nonpossono lasciare indifferenti! Lapiccola Fatima, ad esempio, aveva solo pochi giorni quando ha perso i genitori,a causa dell’esplosione di una bomba.Rayan, invece,
a nove anni, durante un bombardamento, ha perso una gamba mentre giocava con gli amici. “Non èfacile vivere senza una gamba” – mi hadetto. “Prima giocavo a calcio, correvoe stavo con i miei amici ma poi una granata mi ha colpito”.
G: In che modo questa situazione stacambiando la vita quotidiana deibambini?
C: La vita quotidiana di questi bambiniè segnata dalla paura, dalla fame edalla mancanza d’istruzione. Moltefamiglie sono costrette a fuggire dalleproprie case in cerca di sicurezza e ibambini spesso rimangonotraumatizzati da ciò che hanno visto.Non sarà semplice curare le loro feritefisiche e psicologiche. La situazione èdrammatica: sono stati distrutti anchenumerosi ospedali e scuole. I rifugi e icampi temporanei sono sovraffollati.C’è il rischio che si diffondano malattiecome il colera.
G: In che modo possiamo far conoscerequesta situazione al mondo? Comepossiamo alleviare il dolore dei bambini?
C: È essenziale raccontare queste storieper far conoscere al mondo il dolore diquesti poveri bambini innocenti. Leorganizzazioni umanitarie come “Unicef”e
“Save the Children”, stanno facendodel loro meglio per portare a questecomunità cibo, acqua potabile, curemediche e supporto psicologico ma hannobisogno di aiuti finanziari. Insieme adaltre organizzazioni chiedono il cessate ilfuoco immediato. Ogni donazione puòfare la differenza nella vita di un bambino.Inoltre, è importante che i governi e leorganizzazioni internazionali collaborinoper mettere fine a questo conflitto efornire assistenza umanitaria ai superstiti.Spero che il mio contributo sia d’aiuto perfar emergere la voce dei bambini e deicooperanti che lavorano instancabilmenteper aiutare coloro che soffrono in silenzio.
G: La ringrazio per la sua dedizione e peraver condiviso la sua storia con noi.
C: Grazie a lei per avermi concessol’opportunità di far sentire la voce diquesti bambini. Non smetteremo mai di“lottare pacificamente” per loro e per chista soffrendo a causa di questo conflitto.Insieme possiamo fare la differenza percostruire la pace con la pace e non con laguerra!

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