Otto Ottobre 2023, Papa Francesco ha commentato la parabola dei vignaioli omicidi, affermando che alla radice di tutti i conflitti c’è sempre l’ingratitudine e l’avidità, che spinge gli uomini ad ottenere al più presto ciò che si desidera.
Ma l’ingratitudine genera insoddisfazioni, incomprensioni, invidie, ribellioni, violenze e toglie sopratutto la pace. Un semplice “grazie” può riportare la pace.
La gratitudine è un sentimento di affetto e riconoscenza che dobbiamo avere verso tutti gli uomini, soprattutto verso coloro che ci camminano accanto e non li vediamo: gli immigrati, i vu cumprà, i rifugiati, le vittime di una guerra che, la subiscono. Tante sono le volte che uscendo da un centro commerciale fingiamo di non vedere Chi ci porge il palmo di una mano e giriamo la testa da un’altra parte. La povertà, la miseria, la fame, il dolore ci fanno paura pertanto preferiamo ignorarli. Il nostro egoismo predomina in questa società del benessere, dove tutti pensano ai propri interessi. Anche tra i più piccoli predomina l’ingratitudine, a scuola, spesso, si pensa a primeggiare in una classe multietnica, dove i compagni di classe hanno difficoltà nella comunicazione. Eppure proprio attraverso “gli Ultimi” è possibile conoscere la bellezza, il valore della vita e apprezzare il contributo che essi portano alla collettività che, deve diventare inclusiva.
La gratitudine è fondamentale per creare una società giusta, relazioni umane forti e solide. Inoltre ci permette di riconoscere il valore degli altri e apprezzare il contributo che essi porterebbero alla nostra vita. Essere generosi ci renderebbe sicuramente buoni, sensibili e meno egoisti.
Oggigiorno è necessario la solidarietà, recuperiamola, apriamo il nostro cuore a coloro che ci passano accanto. Doniamo più sorrisi, tendiamo una mano e impariamo ad ascoltare gli “Ultimi”.
Ciuffreda Maria chiara
Classe: 3ª E
Scuola secondaria di I grado “N. Perotto-Orsini” – Manfredonia
