Paura. Un sentimento antico, che fa parte della nostra natura, a volte giustificato, a volte no.
Ma è proprio la paura che spesso ci spinge a stare zitti, a girare la testa dall’altra parte, a fare come le tre famose scimmiette che si tappano gli occhi, le orecchie, la bocca.
In questo fenomeno la mia città è dentro fino al collo. Ogni giorno si sente di un’auto rubata, ma nessuno ha visto niente.
Ogni giorno c’è un furto in un appartamento, ma la vicina che si lamenta spesso dei rumori, stavolta non ha sentito nulla.
E questo clima di omertà coinvolge tutti, anche i più giovani, i miei coetanei, che preferiscono “farsi i fatti loro” piuttosto che farsi coraggio e parlare.
Al telegiornale sentiamo spesso che il sabato sera questi ragazzi fanno gruppo nei vicoli del centro e se la prendono con i più deboli. Ma l’altro gruppo dov’è? Dov’è il gruppo che dovrebbe difendere i più deboli? Sono sicura che nella mia città i bravi ragazzi sono tanti, ma la paura li rende deboli. Hanno paura di “passare un guaio”, perché in questa città bisogna pure viverci. Conviene girarsi dall’altra parte. E domani? Domani andrà sempre peggio. Come si possono cambiare le cose se tutti restiamo zitti e fermi? E dopo? Ce ne andiamo tutti da qui? E chi resta a migliorare questa città? Dobbiamo essere noi, iniziando da adesso, a cambiare le cose: non c’è altro tempo da perdere, perché il futuro non ha tempo per la nostra paura.
Ragazzi, facciamo gruppo, ma un gruppo buono, per diventare forti, perché aveva ragione Martin Luther King quando diceva che gli onesti che stanno in silenzio fanno un gran danno. È di qualche giorno fa la notizia secondo cui i ragazzi di un liceo siciliano non hanno voluto intitolare il loro istituto a Peppino Impastato. Lui che paura non ne ha avuta e che voleva cambiare le cose. Ribelliamoci ragazzi, abbiamo diritto ad un futuro onesto, camminiamo insieme su quella strada che uomini come Peppino Impastato e Martin Luther King ci hanno indicato.
Gabriella delli Carri – III F – Istituto comprensivo Foscolo – Gabelli – Prof.ssa Giovanna Campanella