25 Novembre: Non è solo un giorno, è una rivolta contro la violenza!

Cos’è davvero cambiato dall’omicidio di Giulia Cecchettin? La violenza sulle donne è ancora un’emergenza silenziosa?

25 Novembre: Un urlo di cambiamento che non può essere ignorato

Il 25 novembre non è solo una data, è una ferita aperta che ci obbliga a guardare la realtà della violenza contro le donne. Questa giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, ricorda il brutale assassinio delle sorelle Mirabal, attiviste dominicane che, nel 1960, furono uccise per aver osato sfidare il regime di Trujillo. Ma non possiamo fermarci a guardare il passato; oggi, quella violenza continua a manifestarsi, in forme più silenziose ma altrettanto letali.

Cosa è cambiato dall’omicidio di Giulia Cecchettin? 

Giulia, come molte altre donne, è stata vittima di un amore malato, trasformato in un omicidio che ha scosso l’Italia. Ma davvero qualcosa è cambiato? Ogni femminicidio, ogni abuso, ogni storia di dolore come quella di Giulia ci chiede se la nostra società sta davvero facendo abbastanza. Per ogni Giulia che perde la vita, altre migliaia restano prigioniere di un sistema che non le protegge, che minimizza il problema, che non sa più come reagire.

Cosa stiamo facendo noi per cambiare tutto ciò? 

È facile parlare, difficile agire. Il 25 novembre dovrebbe essere più di una giornata di riflessione. Dovrebbe essere il punto di partenza di una battaglia quotidiana. Dovremmo chiedere a noi stessi e noi stesse cosa facciamo per rompere il silenzio, per denunciare, per educare le nuove generazioni. Dobbiamo fare molto di più di scrivere hashtag e sollevare polveroni temporanei: la vera rivoluzione è nei gesti quotidiani, nella presa di posizione, nella cultura del rispetto che dobbiamo costruire e diffondere.

Il cambiamento inizia da noi

Il 25 novembre non può essere solo un ricordo, deve essere un sisma di consapevolezza che scuote la nostra coscienza e ci spinge a dire “BASTA!“.

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