Il mondo di oggi è paragonabile a un gioiello in una discarica, in quanto tutti ne riconoscono il valore ma nessuno cerca di preservarlo. Ora, noi ragazzi quale colpa abbiamo? Possiamo mai da soli cambiare il mondo? Beh, penso che crescendo con la consapevolezza che nel nostro piccolo qualcosa si può sempre fare, credo di sì perché il futuro noi siamo. Tutti i giorni sentiamo notizie di violenza di ogni genere: sugli animali, sulle donne, sugli uomini, atti di vandalismo. Allora mi chiedo: quali sono le cause di tutta questa violenza? Da dove viene tutta questa rabbia? Le vittime di queste violenze sono sempre esseri più deboli e allora mi domando se davvero abbiamo bisogno della violenza per poter affermare la nostra superiorità.
Ma come facciamo noi ragazzi a contrastarla in ogni sua manifestazione? Davvero dobbiamo rimanere inermi e vedere il mondo bruciare nell’odio?
Penso che dovremmo fermarci a pensare alle varie forme di violenza, perché la violenza non è solo quella fisica, che porta alla morte, ma è anche tutto ciò che lede la libertà individuale e allora riflettiamo bene su ciò che facciamo tutti i giorni, pensiamo a quando creiamo quel gruppo di amici tenendo fuori quel compagno “un po’ strano” perché proprio in quel momento, emarginandolo, stiamo esercitando violenza.
Quando poi prendiamo in giro quel ragazzo che non veste alla moda o appare remissivo, quando litighiamo con i compagni e cerchiamo di far valere le nostre ragioni urlando o rifiutando il confronto con l’altro, anche quella è violenza.
E allora, se è vero che noi ragazzi nulla possiamo di fronte alle grandi violenze del mondo, possiamo dire basta invece alle piccole violenze del nostro microcosmo perché, se il futuro siamo noi, come avevo ribadito precedentemente, il nostro presente ci aiuterà a costruire il nostro futuro e se anche uno solo di noi prenderà posizione contro un qualsiasi atto di violenza, potrebbe assurgere a modello di riferimento per tanti altri ragazzi.
DAVIDE ANTINI – Classe III N – I.C. “FOSCOLO-GABELLI”
Prof.ssa GIOVANNA CAMPANELLA
